“Più credibile di noi”. L’Udinese è la nuova Atalanta e il Gasp lo sa

La frase pronunciata all’ultima vigilia di campionato e gli exploit dell’Udinese tengono sul chi vive l’Atalanta del Gasp

“In questo momento il Napoli e l’Udinese godono di maggior credibilità di noi”. Parola di Gian Piero Gasperini alla vigilia della Fiorentina. Il tecnico dell’Atalanta sa che i Ciucci fin qui sono i soli pretendenti allo scudetto con diritto di esserlo e cognizione di causa. E pure che l’avversario alla Dacia Arena della nona giornata di campionato può fungere da spartiacque tra un avvio al vertice e un prosieguo coi piedi per terra. La squadra di Andrea Sottil, vera rivelazione di questo scorcio autunnale, nel posticipo del lunedì a Verona ha ingranato la sesta. Candidandosi, appunto, allo stesso ruolo ricoperto dagli ospiti di turno dal 2016 fino alla scorsa primavera.

UDINESE, LA NUOVA ATALANTA. Il modulo è diverso, 3-5-2 pressoché fisso almeno allo start, ma le Zebrette possono offrire lo stesso mix di ingredienti che caratterizzava almeno fino a due annate or sono la squadra bergamasca. Gioventù ed esperienza, legate dal fil rouge della fisicità, della capacità di pressing come di forcing e in definitiva di attaccare più che difendere. La brama infinita di stupire aggredendo la preda, quale che essa sia, e la trazione anteriore elevata a ragion d’essere. Per chiosare, anche tecnica e fantasia dalla cintola in su, perché per un Deulofeu titolare e tuttocampista dopo i cambi c’è un Samardzic pronto a subentrare a Makengo per rifornire l’attacco di palloni meglio rifiniti. La recentissima rimonta veronese ne è la riprova. Chi potrebbe mai permettersi il lusso di lasciar fuori al kick off il proprio capocannoniere, il lungagnone portoghese di origini guineensi, giunto alla cinquina sui 17 totali della rosa, seconda potenza di fuoco della massima serie dietro Spalletti e a pari merito con la Lazio? Chi, a mancina, conta su un elemento più in rampa di lancio e tosto di Udogie?

SOTTIL DA VERONA AL GASP. Perez, difensore di 22 anni con qualche passaggio a vuoto, svetta per tagliare fuori il nerazzurro in prestito Piccoli sulla primissima palla utile di Lazovic favorendo la volée di Doig, più giovanotto di lui. La new entry da mezzala sforna il penultimo passaggio, il catalano libera Beto e, anche se con Success là davanti il motore pareva girare meglio, ecco il pari. I bianconeri friulani ti fanno mancare il fiato a forza di martellarti, che tu la palla ce l’abbia o no, e al gong finiscono per spuntarla. Di riffa o di raffa, vedi zuccata di Bijol, 23 rivoluzioni terrestri sulla carta d’identità, accarezzata dalla punizione del serbo-tedesco ventenne. Uno tanto umile da fare da riserva a chi ha meno qualità. Lovric e Arslan, al netto del punto fermo del portatore di palla Walace, sono altri due intercambiabili. Dietro c’è anche Nuytinck di rincalzo, Becao è una roccia anche se un gol preso di media a partita non fa certo della retroguardia il punto di forza, Pereyra un riciclato di lusso a destra a tutta fascia per ovviare alla cessione di Soppy proprio ai rivali del 9 ottobre. Se Deolofeu e Samardzic fanno un Papu Gomez e Beto uno Zapata, il paragone con la Bergamo del passato può reggere?